Invece che di denuncia, In viaggio con mio figlio è un film da denuncia

Road movie familiare in cui si vuole portare l’attenzione alla realtà dell’autismo infantile, con protagonisti Bobby Cannavale e Robert De Niro: il film è riuscito a sviluppare la tematica nel modo giusto?
La recensione di In viaggio con mio figlio, il film con Robert De Niro

Presentato in anteprima internazionale in concorso alla quarantasettesima edizione del Toronto International Film Festival, distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi il 31 maggio 2024 mentre in quelle italiane a partire dal 24 aprile 2025, grazie al contributo di BIM Distribuzione. Protagonista della vicenda è l’attore Bobby Cannavale (Ant-Man), accompagnato dalla star hollywoodiana due volte premio Oscar Robert De Niro (Toro scatenato), diretti dal regista e sceneggiatore Tony Goldwyn (The Last Kiss). Ma qual è il risultato di In viaggio con mio figlio? Di seguito la recensione e la trama del film.

La trama di In viaggio con mio figlio, il film di Tony Goldwyn

Il lungometraggio è stato presentato in anteprima alla diciannovesima edizione del festival Alice nella città ed è stato prodotto da Closer Media DK, in collaborazione con Wayfarer Studios. Ma di cosa parla quindi In viaggio con mio figlio? Di seguito la trama ufficiale del film scritto e diretto da Tony Goldwyn:

Max è un padre separato con un figlio autistico di undici anni di nome Ezra da gestire insieme alla sua ex moglie Jenna. Fa lo stand-up comedian, ma la sua carriera non sta andando tanto bene. Ezra viene espulso da scuola, poi scappa di casa, per Max è troppo: prende e lo porta via di notte senza dire niente a nessuno, in un viaggio improvvisato attraverso il Paese che diventerà per entrambi l’inizio di una nuova tenera avventura.”

La recensione di "In viaggio con mio figlio" (2023), il film con la star premio Oscar Robert De Niro in uscita al cinema in Italia a partire dal 24 aprile 2025

La recensione di In viaggio con mio figlio, con Robert De Niro

Se c’è qualcosa che nel 2025 ormai non è più tollerabile, sempre all’interno del contesto cinematografico, è l’avallare il concetto de «Il fine giustifica i mezzi», soprattutto se alla base è assente un discorso completo e articolato. L’argomento principe del film è molto delicato ed altrettanto indispensabile, poiché rappresenta una realtà familiare alquanto diffusa, ed oggi l’interazione tra e la sensibilizzazione sulle persone affette da qualsiasi forma di autismo diventa urgente e improrogabile.

La toppa presa da Tony Goldwyn e la sua squadra è a dir poco clamorosa, non si poteva intraprendere una strada più sbagliata di quella percorsa; si è scelta la via dell’estremismo, fondato sul complottismo da quattro soldi, come se l’unica critica possibile sia la demonizzazione del sistema sanitario, a prescindere dalla nazione d’appartenenza, che sicuramente riscontra ogni giorno evidenti limiti e numerosi problemi, nessuno vuole negare nulla in merito. Guardando tale film si assiste al calpestio della dignità di numerose persone che per anni hanno dedicato la loro vita a studiare, ad apprendere e a mettere in pratica il loro sapere, allo scopo di costruire con fatica una possibilità di vivere integrati e in autonomia ai loro pazienti; con arroganza e presunzione viene negata ogni possibilità di dialogo, si rinuncia alla volontà di raggiungere la necessaria tridimensionalità per lo sviluppo della tematica.

In viaggio con mio figlio è un lungometraggio irricevibile, diseducativo verso il suo pubblico di riferimento poiché legittima il comportamento ignorante di quei genitori convinti di saperne più dei medici, il danno peggiore subito dai figli, nascondendosi vergognosamente dietro all’idea distorta dell’amore paterno, ma che in realtà non si dimostra altro che comune sentimento di possesso, senza contare di come la regia si “destreggi” in inquadrature mirate a manipolare la percezione dello spettatore, filtrando una realtà tutta sua.

Il personaggio interpretato da Bobby Cannavale viene eroicizzato nel suo atto criminoso ed appoggiato da tutti gli altri comprimari, dopo brevi e timidi accenni di contradditorio nessuno tenta veramente un contraltare per mettere sul piatto una visione più razionale e lucida della situazione; invece, uno per uno, finiscono col dargli ragione, tutti colpevoli e complici di quello che alla fine è il classico e infinitamente riciclato atto di giustizia “fai da te”, la solita stucchevole riproposizione del mantra «La legge sono io».

A testimonianza di questo, basti osservare come sia messa in scena la sequenza finale: disdicevole e raccapricciante nel suo sentimentalismo spicciolo, in cui si va a rinfocolare il concetto persecutorio di chi sta intorno ai protagonisti, accusati in modo sommario e puerile di non distinguere il bene dal male, sparando colpevolmente e pericolosamente nel mucchio, chiosando poi con un tono favolistico illogico e difficile da prendere sul serio.

Pellicole di questo stampo non meritano alcuna considerazione né tantomeno attenzione, da parte in primis del pubblico pagante, a forte rischio di subire un’influenza negativa, non accorgendosi forse di quanto non ci sia errore più grave del ridurre al semplicistico ciò che non è e non dovrà mai essere tale, soprattutto quando in gioco c’è il futuro di migliaia e migliaia di bambini e delle loro famiglie.

Trailer ufficiale di In viaggio con mio figlio, diretto da Tony Goldwyn
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La recensione di In viaggio con mio figlio, il film con Robert De Niro
In viaggio con mio figlio (Ezra)
In viaggio con mio figlio (Ezra)

"Uno stand-up comedian fallito deve riuscire a capire come far crescere il figlio autistico."

Voto del redattore:

1 / 10

Data di rilascio:

24/04/2025

Regia:

Tony Goldwyn

Cast:

Bobby Cannavale, Robert De Niro, Rose Byrne, William Fitzgerald, Vera Farmiga, Rainn Wilson, Whoopi Goldberg, Jackson Frazer e Ella Ayberk

Genere:

Drammatico

PRO

Nessuno
Il messaggio negativo trasmesso al pubblico e il modo in cui lo fa rende superfluo qualsiasi altro tipo di valutazione