Distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi il 20 marzo 2024, mentre in quelle italiane nei giorni 14-15-16 aprile 2025 come evento, grazie al contributo di Mescalito Film. Il documentario è stato realizzato dalla coppia di registi Kip Andersen e Kameron Waters (Seaspiracy) ed è prodotto da A.U.M. Films and Media. Ma qual è il risultato di Christpiracy? Di seguito la recensione e la sinossi del film, con allegato il trailer ufficiale.
La trama di Christpiracy, il documentario di Kip Andersen e Kameron Waters
Ma di cosa parla quindi Christpiracy? Di seguito la sinossi ufficiale del documentario realizzato in sette anni da Kip Andersen e Kameron Waters:
“La ricerca dei registi è partita da una domanda non semplice: esiste un modo spirituale o etico per uccidere un animale? Questo quesito li ha condotti in giro per il mondo ad intervistare teologi, archeologi, contadini e sciamani di diverse fedi religiose in un viaggio che dura ben sette anni.”

La recensione di Christpiracy, il film evento al cinema
Kip Andersen e Kameron Waters hanno lavorato per sette anni alla realizzazione del loro documentario di stampo animalista, questa volta collegandosi al contesto religioso mondiale e su come quest’ultimo non rispetti, anzi nasconda, i veri precetti della loro fede in merito al consumo di carne e alla conseguente uccisione degli animali stessi. All’interno di questo reportage si muove una feroce critica a tutte le più importanti figure religiose mondiali, ma principalmente ci si concentra sul cristianesimo, come detto nel film stesso perché ad oggi è ancora la più diffusa al mondo e la più praticata negli Stati Uniti, tra le altre cose terra di santoni e predicatori di ogni tipo.
Prima di addentrarsi nell’analisi del contenuto è necessaria, per chi scrive, una doverosa premessa: la (non) qualità del prodotto non è valutata a seconda dell’opinione dei cineasti coinvolti nella lavorazione del documentario; non vuole essere un giudizio negativo sulla sensibilità al tema o all’argomento sottoposto all’attenzione del pubblico. Credere nello spiritualismo animale è legittimo e combattere i maltrattamenti delle industrie d’allevamento intensivo è sacrosanto, così come considerare gli animali molto più che semplici bestie istintive, anzi, sono ormai fatti dimostrati la loro intelligenza e la loro capacità di provare sentimenti. Quando però si promulga una tesi e si enfatizza sulla sua potenziale capacità di sconvolgere il mondo, non ci si può esimere dal ricostruire una più che precisa valutazione delle fonti e dal fornire una più che provata riscontrabilità delle affermazioni divulgate.
Il problema è che il documentario in esame non fa nulla di tutto questo, espone, infatti, i suoi contenuti partendo da certezze tutt’altro che granitiche ed avvalendosi di ricerche su materiali di dubbia provenienza o arrivando alla conclusione tramite arbitrarie interpretazioni di testi antichi o di fatti storici, manipolando di fatto la percezione dello spettatore, grazie ai trucchi di montaggio e di regia. Per prima cosa, nel contestare l’ebraismo e il cristianesimo si commette l’errore di prendere il contenuto del testo biblico come fonte storica, dando per scontata l’esistenza fisica di personaggi come i Progenitori (Adamo ed Eva) o Noè e il diluvio universale, inammissibile ormai nel 2025, aldilà della del credere o meno; si mettono in discussione traduzioni o si aggiungono elementi, presi da svariate versioni di vangeli, senza minimamente provare la loro veridicità o la loro affidabile provenienza, fermandosi a disquisire per minuti e minuti su questioni all’atto pratico inutili e fuorvianti, al semplice scopo di creare scalpore.
Vi sono poi alcune cadute di stile alquanto deplorevoli: ad esempio si cade nel paragonare i macelli degli animali d’allevamento con L’Olocausto, avvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale, accostamento totalmente improprio poiché lo sterminio nazifascista è figlio di una delirante e fanatica ideologia, contaminata dall’odio razziale, ponendosi come obiettivo la costruzione di una “nuova” società e non quindi per il consumo alimentare. Il consumo di carne viene additato come radice di tutti i mali della storia umana, dando per scontato il fatto che, se tutto il mondo applicasse il veganesimo le guerre cesserebbero, o non sarebbero mai scoppiate, e addirittura il patriarcato verrebbe sconfitto privando per l’appunto la carne dall’alimentazione quotidiana.
Da come si può evincere, dunque Christspiracy finisce per essere un mischione di cose, mettendo insieme una serie di elementi, alcuni sicuramente interessanti e meritevoli di attenzione e dibattito, mancando nel concetto base di rendere sostenibile le proprie argomentazioni, sparando cartucce a destra e a sinistra, gonfiandosi di clamore e complottismo, senza rendersi conto di essere il primo nemico di sé stesso.