Da Blade Runner a Death of a Unicorn: i migliori film con gli unicorni nella storia del cinema

Death of a Unicorn è soltanto l’ultimo esempio di film con gli unicorni nella storia del cinema, con le creature che sono state spesso oggetto di rappresentazione: ma in quali lungometraggi?

Articolo pubblicato il 14 Aprile 2025 da Bruno Santini

La storia del cinema è ricca di elementi e riferimenti simbolici, che permettono di veicolare determinati significati e che sono legati ad un senso di concezione che spesso appartiene a determinati autori o a specifiche visioni del cinema. Che si tratti di cinema fantastico o di materiale che ha maggior valor dal punto di vista ideologico, una figura simbolica come quella dell’unicorno è stata spesso oggetto di rappresentazione, coinvolgendo anche registi di grandissimo valore come Ridley Scott, e fino a giungere al più recente esempio di “eat the rich”, con Death of a Unicorn che vede Paul Rudd e Jenna Ortega protagonisti. Ma quali sono i migliori film con gli unicorni nella storia del cinema?

Gli unicorni nel cinema di Ridley Scott con Blade Runner e Legend

Nel corso della storia del cinema, un regista più di tutti ha utilizzato il simbolo dell’unicorno per le sue rappresentazioni: stiamo parlando di Ridley Scott, che non ha assolutamente bisogno di presentazioni e che, nell’ambito della sua filmografia, ha avuto modo di sperimentare molto soprattutto in termini di generi, personaggi portati sullo schermo e tipologie di messaggio simbolico. Gli unicorni sono sicuramente protagonisti di Legend, film fantasy che vede protagonisti Tim Curry, Mia Sara e Tom Cruise: in questo film, Tenebra (o Signore delle Tenebre) decide di impadronirsi di tutta la Terra eliminando qualsiasi traccia di purezza e lucentezza, eliminando così tutti gli unicorni che ne sono portatori.

Il film, nominato agli Oscar per il miglior trucco, porta al centro della sua rappresentazione gli unicorni come animali mitologici che si frappongono alla realizzazione definitiva del disegno di Tenebra, ma non solo: permettono anche di offrire quel contrasto tra il Signore delle Tenebre e Lili, che decide di liberare l’Unicorno la cui morte avrebbe permesso alla creatura di dominare la Terra. Nondimeno, è proprio il corno dell’animale mitologico a infilzare Tenebra, che viene così sconfitto da quella luce di cui voleva liberarsi.

E non è finita qui, dal momento che la director’s cut di Blade Runner introduce una scena assente nel film originale, in cui Rick Deckard sogna un unicorno a occhi aperti. Trattasi soltanto di un flash che si innesta in termini metaforici all’interno della rappresentazione del film, che poi vira verso tutt’altro, ma allo stesso tempo costituisce il principio intorno al quale ruota l’intera anima del film: mettere in dubbio l’essenza e l’umanità del personaggio interpretato da Harrison Ford, nella sua costante fuga verso la libertà e l’umanizzazione, passa proprio attraverso questa scena, che assume così un importantissimo significato nel film di Ridley Scott.

Un'immagine dell'unicorno di Blade Runner sognato da Rick Deckard (Harrison Ford)
Un’immagine dell’unicorno di Blade Runner sognato da Rick Deckard (Harrison Ford)

L’ultimo unicorno e Toy Story 3: gli unicorni nel cinema d’animazione

Se c’è un mondo che più facilmente accoglie la rappresentazione degli unicorni e l’inserimento simbolico di queste creature mitologiche all’interno di un film, di sicuro questo mondo è quello dell’animazione. Che si tratti di cinema fantastico o più legato a componenti familiari e per bambini, gli unicorni offrono un contatto molto diretto col mondo dei più piccoli, che osservano in queste figure un’essenza intangibile, effimera eppure funzionale: nell’insieme particolarmente fecondo di immagini inventate che si comunicano ai bambini, gli unicorni vengono (quasi sempre) dichiaratamente resi immaginari e falsi, ma la loro essenza permette di attirare maggiormente l’attenzione dei piccoli spettatori soprattutto in chiave fantastica.

Non è un caso che, tra i nuovi giocattoli che vengono inseriti in Toy Story 3, c’è anche il pupazzo di un unicorno: Cono di Panna, un unicorno che viene introdotto insieme a tanti altri grazie alla figura di Bonnie, per rendere funzionale quel passaggio di testimone che porterà Woody e Buzz a passare da Andy a un nuovo bambino, nonostante la grande fuga presentata all’interno del film. L’unicorno di Toy Story 3 non è certamente il protagonista tra i nuovi giocattoli, ma il fatto che ci sia non è banale: tra un pagliaccio e un triceratopo, Cono di Panna rappresenta proprio quel senso di evasione di cui parlavamo, e che per un bambino diventa una fuga (pur non spaziale) mentale importantissima nel processo di crescita e maturazione.

Cono di Panna, il pupazzo dell'unicorno presente in Toy Story 3 - La grande fuga
Cono di Panna, il pupazzo dell’unicorno presente in Toy Story 3 – La grande fuga

A proposito di animazione, l’esempio sicuramente più importante in tal senso è quello di L’ultimo unicorno, film del 1982 diretto da Jules Bass e Arthur Rankin Jr. e con le voci di Mia Farrow, Alan Arkin, Angela Lansbury e Jeff Bridges. Tratto dal romanzo di Peter S. Beagle, rappresenta il viaggio di un unicorno che va alla ricerca di suoi simili in tutto il mondo, dopo aver appreso di essere l’ultimo della sua specie. Anche in questo caso l’unicorno rappresenta simbolicamente un elemento molto più radicato di quanto l’estetica possa sembrare: la ricerca di simili è una funzione identitaria, che porta l’unicorno a realizzare quel viaggio tipico dei road movie, in cui la funzione dello spostamento è essa stessa una costruzione dell’essenza del soggetto rappresentato.

L’animazione ha poi fornito tanti altri esempi di unicorni stilizzati, che assumono semplicemente il loro ruolo preminente – creature fantastiche per bambini inquadrate per il loro essere tali – in numerosi film per i più piccoli: My Little Pony è sicuramente l’esempio più fedele di questo processo, con l’estetica della creatura che si arricchisce di colori, luccichii e lustrini.

Il sangue di unicorno in Harry Potter e la pietra filosofale

Nell’indicare quali sono i migliori film con unicorni nella storia del cinema, non chiamiamo in causa la figura stilizzata propriamente detta, ma un elemento che da essa deriva: in Harry Potter e la pietra filosofale, che dà avvio al franchise che porta sullo schermo i celebri libri di J.K. Rowling, è proprio il sangue di unicorno a permettere che Voldemort torni in vita. Nel senso pieno del fantasy presente all’interno di questo film sono tantissimi i riferimenti al mondo della letteratura e dei simboli tipici del racconto fantastico: Voldemort vive come parassita dietro alla nuca (nascosto dal turbante) del Professor Raptor esattamente come avviene nei libri di Dune, in cui il Barone Harkonnen controlla Alia essendo percepito proprio dietro la sua testa.

Quanto al sangue, si tratta di un espediente narrativo certamente semplice, eppure significativo: tra i tanti animali che appaiono nel mondo di Harry Potter, l’unicorno è sicuramente il più interessante per la sua collocazione. Situato nella Foresta Proibita e nei luoghi del Nord Europa rispetto a Hogwarts, la creatura mitologica è naturalmente legata al mondo della magia, dunque assume anche un valore molto importante in termini di dicotomia tra maghi e babbani, che invece non riescono a interagirvi. Quanto al sangue di unicorno, che Voldemort assume per tornare in vita, il senso metaforico è piuttosto immediato, dal momento che si tratta di un estremo contatto tra due realtà che simbolicamente definiremmo distanti (la magia benevola dell’unicorno con quella oscura del Lord), ma che coesistono perfettamente all’interno del mondo ideato da J.K. Rowling.