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Recensione – Star Wars: Andor puntata 1×04 (spoiler)

Recensione puntata 1x04 Star Wars: Andor, serie tv su Disney+

Star Wars: Andor ĆØ una nuova serie tv Disney+ che, in breve tempo, ĆØ stata in grado di ottenere grande coinvolgimento e attenzione da parte dei fan. La serie televisiva, targata Star Wars, ĆØ giunta al suo quarto appuntamento, e ha giĆ  tanto da raccontare, soprattutto per quel che concerne le sorti del protagonista. Per questo motivo, vale la pena approfondire tutto ciĆ² che c’ĆØ da sapere a proposito della recensione della puntata 1×04 di Star Wars: Andor. Per chi volesse recuperare la recensione della puntata 1×04 di Star Wars: Andor, basterĆ  cliccare qui, dove sono presenti anche le recensioni delle prime due puntate della serie Disney+.Ā 

La trama dell’episodio 1×04 di Star Wars: Andor

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Di seguito, ĆØ oggetto di analisi la trama dell’episodio 1×04 di Star Wars: Andor. All’interno dell’episodio si ritrova Cassian Andor sulla stessa astronave in cui lo si aveva lasciato alla fine del terzo episodio, accompagnato ancora dal senso di spaesamento al cospetto di Luthen Rael (il membro della ribellione brillantemente interpretato da Stellan Skarsgard) che gli propone di trafugare insieme ad una squadra di altri sei soldati ribelli delle mensilitĆ  dei soldati imperiali, mentendo tuttavia al protagonista che, appena atterrato sul luogo della missione, verrĆ  a conoscenza del fatto che lā€™oggetto della loro incursione non saranno stipendi ma un arsenale di armi custodito nei pressi di una diga.Ā 

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I personaggi delle prime tre puntate, ad eccezione dei sopracitati e di Syril Karn, sono in questa puntata tralasciati per fare spazio a volti nuovi e giĆ  visti dellā€™universo di Star Wars. Si viene infatti introdotti nei palazzi del potere di Coruscant dove trame politiche e doppi giochi vanno subito a infittire la narrazione, mentre Cassian Andor, accolto con reticenza dai suoi nuovi alleati, si prepara a compiere lā€™attacco alla base imperiale a distanza di soli tre giorni dal suo arrivo alla base ribelle, quando una pioggia stellare propizierĆ  la fuga verso lo spazio a seguito dellā€™incursione.

Recensione di Star Wars: Andor, la narrazione attraverso gli spazi della serie

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A questo punto, si puĆ² prendere meglio in considerazione la recensione della puntata 1×04 di Star Wars: Andor. Ancora una volta vale la pena sottolineare i pregi della serie ideata da Tony Gilroy, che in questa puntata lascia la scrittura della sceneggiatura a favore di suo fratello Dan: tra i punti notevoli della serie, si era individuato come il piĆ¹ riuscito tra di essi quello di saper narrare le vicende attraverso la messa in scena e lā€™ideazione degli ambienti nei quali si muovono i personaggi. Questo aspetto, ripreso ancora una volta in modo perfettamente riuscito da questa puntata, ĆØ sempre stato uno dei punti cardine della messa in scena starwarsiana.Ā 

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Tutti gli appassionati sanno come lā€™attenzione alle forme, la creativitĆ  nellā€™architettura degli edifici e nellā€™urbanistica dei pianeti abbiano sempre costituito una sezione imprescindibile dellā€™apparato immaginifico della galassia lontana lontana. Star Wars: Andor tuttavia mette in piedi una piccola rivoluzione da questo punto di vista. Come giĆ  osservato nei primi tre capitoli, i personaggi si muovono in ambienti quali uffici, stanze del potere ed empori che permettono di osservare tutta una parte amministrativa e civile dellā€™universo di Star Wars fino a ora poco esplorata. La coerenza della serie, poi, risiede nellā€™adattare le caratteristiche e i comportamenti dei personaggi allā€™ambiente nel quale sono inseriti. Lā€™integerrima serietĆ , o la spiccata superficialitĆ , degli ufficiali imperiali e dei loro sottoposti ĆØ testimoniata dai loro gelidi uffici, lā€™intraprendenza dei ribelli dai loro precari camuffamenti e accampamenti. Andor continua dunque a comunicare innanzitutto da un punto di vista visivo nonostante la sua natura seriale.

La dimensione anti-epica di Andor

 

A partire da Cassian Andor,  il protagonista della serie, ĆØ facile notare come Gilroy stia mettendo in atto un vero e proprio processo di demitizzazione dellā€™universo di Star Wars. Laddove nella trilogia originale si trovavano cavalieri senza macchia combattere cattivi spietati per la conquista della galassia e due fazioni moralmente e politicamente antitetiche scontrarsi tra loro, qui ci si trova di fronte a una variegata e stimolante gradazione di grigi che caratterizza tutti i personaggi a schermo. Avviene una vera e propria disaggregazione di quelle masse inscalfibili che erano lā€™Impero e la Ribellione a un livello che si puĆ² quasi definire molecolare. 


Le linee di interazione tra i personaggi sono spesso sibilline e allusive, ognuno compie le proprie azioni e muove i propri passi senza che sia semplice comprendere se le motivazioni alla base siano personali e quelle derivanti dalla causa supportata. La vena da spy story di ā€œAndorā€ ĆØ preponderante e si innesta nella narrazione con continui intrighi di palazzo e doppi giochi che spingono lo spettatore a mettere in dubbio lo statuto di veritĆ  delle affermazioni dei protagonisti. Gilroy sta lasciando con ā€œAndorā€ unā€™impronta nellā€™universo di Star Wars che difficilmente potrĆ  essere ignorata dai prodotti futuri ambientati nella galassia lontana lontana.

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